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Lunedì, 30 Ottobre 2017

Quanto sei smart Rieti? Le classifiche locali di ICity Rate 2017 in anteprima su NextRieti

L’associazione NextRieti ha analizzato ICity Rate 2017, il rapporto annuale realizzato da FPA, società del gruppo Digital360, che fotografa la situazione delle città italiane nel loro percorso per diventare “smart”, ovvero più intelligenti, più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive e più vivibili. 

Quest’anno FPA ha individuato e analizzato 15 dimensioni urbane che in ambito nazionale e internazionale definiscono alcuni traguardi per le città: povertà, istruzione, aria e acqua, energia, crescita economica, occupazione, turismo e cultura, ricerca e innovazione, trasformazione digitale e trasparenza, mobilità sostenibile, rifiuti, verde pubblico, suolo e territorio, governance, legalità e sicurezza.
Le 15 dimensioni tengono insieme 113 indicatori che, aggregati nell’indice finale ICity index, consentono di stilare la classifica finale dei 106 comuni capoluogo. Inoltre poiché è impossibile progettare e governare le Smart City senza tener conto anche degli obiettivi di sostenibilità introdotti dall’Agenda 2030 dell’ONU, la sesta edizione del rapporto FPA prende in considerazione, per la prima volta, anche i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, di cui NextRieti si è fatta promotrice e sostenitrice.

Le novità introdotte nel 2017 sul piano metodologico avvicinano quindi sempre di più il concetto di città intelligenti a quello di città sostenibili.

Nella classifica nazionale 2017 Rieti si piazza al 69° posto (su 106 Comuni), scalando 9 posizioni rispetto al 2016. A livello regionale Rieti si piazza alle spalle di Roma (17° posto, guadagna 4 posizioni rispetto al 2016) e di Viterbo (67° posto, guadagna 6 posizioni rispetto al 2016) ma davanti a Frosinone (73° posto, perde 3 posizioni rispetto al 2016) e Latina (78° posto, perde 4 posizioni rispetto al 2016). La vicina Terni è al 60° posto ma perde 4 posizioni rispetto al 2016.
La classifica nazionale è guidata da Milano (conferma il primo posto del 2016), Bologna (seconda anche nel 2016) e Firenze (nel 2016 era al quarto posto).

Quella di ICity Rate è una analisi molto approfondita, ma non sempre le classifiche che ne derivano forniscono un quadro completo ed esaustivo della situazione. In questo caso il lavoro di NextRieti è finalizzato a creare consapevolezza tra i cittadini e gli amministratori della nostra città. Una classifica che può sicuramente far riflettere su quelle che sono le aree di eccellenza e quali, invece, gli indicatori dove è necessario migliorarsi.
Passiamo quindi in rassegna tutte e 15 le dimensioni del report.

Analizzando le singole dimensioni, scopriamo a sorpresa che Rieti eccelle in “Ricerca e Innovazione” piazzandosi al 9° posto nazionale. In questo indicatore rientra l’indice regionale relativo all’innovazione del sistema produttivo (addetti e spesa RS delle imprese, occupati settori ad alta tecnologia e conoscenza, imprese che hanno introdotto innovazioni), il numero di brevetti EPO ogni 10000 abitanti, le imprese che hanno effettuato vendite e/o acquisti on-line nel corso dell'anno precedente, la capacità di attrarre finanziamenti (Valore medio di: a) Finanziamento ottenuto /finanziamento richiesto sul programma quadro, b) N. partecipanti/N. richiedenti, c) % regionale finanziamento ottenuto).
Milano, Brescia, Bergamo guidano questa classifica e in generale quelle città capaci di attrarre finanziamenti europei nell’ambito del programma quadro per la ricerca e l’innovazione europea.

Ottimo anche il 15° posto nella dimensione “Suolo e Territorio”. In questo indicatore rientra il suolo consumato pro-capite nelle aree urbane, la variazione media pro-capite annua (triennio 2012-2015), la percentuale della superfice di suolo consumato sul totale della superfice, la percentuale dei comuni con piano di emergenza sul totale dei comuni della provincia.
In Italia si vuole raggiungere l’obiettivo “Consumo di suolo 0”, ossia ridurlo di 1,6mq per abitante ogni anno fino al 2020. Più corta è la strada per l’azzeramento del consumo di suolo per città come Ragusa, Grosseto, L’Aquila che guidano il ranking.

Non è una sorpresa il 22° posto nella dimensione “Legalità e Sicurezza”. In questo indicatore rientra la microcriminalità in città, gli omicidi volontari, l’illegalità commerciale, il riciclaggio, le infrazioni accertate nel ciclo del cemento e nella gestione dei rifiuti, l’efficienza dei tribunali, il riutilizzo sociale dei beni confiscati, il numero di comuni commissariati, la presenza di reati legati alla criminalità organizzata e mafiosa e la percentuale di amministratori minacciati.
La geografia del rating legalità fotografa un’Italia nelle quale il Nord, soprattutto quello delle città medie e piccole, come Aosta, Sondrio e Biella, ha caratteristiche di eccellenza.

La risorse naturali sono sempre state un punto di forza di Rieti, questa volta testimoniato anche dal 35° nella dimensione “Aria e Acqua” di ICity Rate. In questo indicatore rientra la dispersione idrica, la capacità di depurazione delle acque, i giorni di superamento del limite PM 10, il massimo valore medio annuo PM2,5, il massimo valore medio annuo NO2.
In fatto di efficienza idrica e qualità dell’aria i traguardi per le città sono puntualmente definiti in sede europea e facilmente misurabili. In questo caso grandi centri urbani spariscono dal rating per lasciare il posto a città, medie e piccole, attente all’uso delle risorse naturali e per le quali non è la collocazione geografica a fare la differenza. Sul podio Viterbo, Aosta e Trapani.

Discreto anche il 44° posto nella dimensione “Mobilità sostenibile. In questo indicatore rientra la pianificazione della mobilità, la presenza di zone 30, l’incidenza di zone ZTL, le politiche di pedonalizzazione, il numero di stalli di sosta in parcheggi di corrispondenza, i km di piste ciclabili per 100 kmq di superficie, le autovetture circolanti euro 4 o superiori, le auto alimentate a benzina o gasolio sul totale del parco macchine, il numero di colonnine per la ricarica elettrica, il numero di biciclette disponibili in bike sharing, il numero di veicoli disponibili in car sharing, i posti-km offerti dal trasporto pubblico locale, la propensione alla mobilità collettiva, la variazione percentuale del numero di morti e feriti per incidente su strada urbana dal 2011 e i metri quadri di area pedonale per abitante.
In questo rating si va a valorizzare, non tanto l’efficienza dei sistemi di mobilità, quanto lo sforzo delle città nella definizione di modelli alternativi e sostenibili di mobilità urbana e di accessibilità territoriale. Guidano Milano, Torino e Venezia.

Con un 46° su scala nazionale, Rieti si difende anche nella dimensione “Verde urbano”. In questo indicatore rientra la disponibilità di verde pubblico pro capite e la presenza di strumenti di pianificazione del verde sui 5 presi in considerazione: piano del verde; regolamento del verde; censimento del verde; monitoraggio cedimento alberature e bilancio arboreo.
Il verde pubblico rappresenta in media il 16,9% dei territori comunali dei capoluoghi, e ai cittadini di queste città sono resi disponibili dalle proprie amministrazioni 47,7 metri quadrati di verde pubblico. Sul podio per il verde urbano troviamo: la laguna di Venezia, la rete dei siti di natura 2000 nel messinese e i sassi di Matera. Ambienti naturali e storici unici che le amministrazioni sono chiamate a preservare e valorizzare. Curare, ottimizzare e valorizzare l’infrastruttura verde e il proprio capitale naturale è centrale per una città intelligente perché agisce almeno su tre aspetti del vivere urbano: la mitigazione dell’inquinamento atmosferico, la dimensione del benessere psico-fisico e quella della crescita economica.

Rieti è al 55° posto nella dimensione dei “Rifiuti urbani”. In questo indicatore rientra la raccolta differenziata, la produzione di rifiuti urbani pro capite e la presenza di iniziative per la promozione, il controllo e l'incentivazione alla riduzione del conferimento. Siamo sicuri che il notevole potenziamento della raccolta differenziata in città porterà notevoli miglioramenti già a partire dal ranking del 2018. Guidano Trento, Treviso e Belluno.

Sicuramente migliorabile anche il 62° posto nell’area “Istruzione”. In questo indicatore si valuta la percentuale della popolazione 18-24 anni in possesso della sola licenza media, che non frequenta corsi scolastici o svolge attività formative e il tasso di giovani laureati tra i 30 e 34 anni. Nella parte alta del rating le città venete di Vicenza, Rovigo e Padova.

Se fino ad ora abbiamo analizzato le dimensioni nelle quali Rieti può essere inserita nella parte medio alta della classifica, passiamo ora alle note dolenti o comunque a quelle aree in cui è necessario migliorarsi.

Mediocre il 73° posto nella dimensione “Occupazione”, calcolato sulla base della presenza di forza lavoro in età 15-64 anni, della fluidità del mercato del lavoro, la differenza fra tasso di occupazione maschile e quello femminile, tasso di occupazione, disoccupazione, quota % di occupati con laurea o superiore, lavoro in nero e infortuni sul lavoro. Le fragilità del mercato del lavoro del paese si legge chiaramente nella mappa dell’occupazione. Infatti solo in 12 su 106 delle città del rating si riscontrano valori alti. Guidano Milano, Bologna e Firenze.

Rieti è al 77° posto nella dimensione “Povertà”. L’Italia della povertà è piuttosto netta, misurando insieme l’incidenza della povertà sulla popolazione, il disagio abitativo e la sofferenza economica delle famiglie, la qualità di alcuni principali servizi di cura, emerge una geografia piuttosto definita nella quale tra le città più efficaci nel contrasto alle povertà rientrano le città del Friuli Venezia Giulia e quasi tutti i capoluoghi dell’Emilia-Romagna, con Parma prima a livello nazionale.

Appena un gradino più sotto, al 78° posto, nella dimensione “Governance e partecipazione”. In questo indicatore rientra il capitale sociale, il rapporto % dei volontari impegnati in attività non profit sul totale dei residenti, la percentuale di votanti nelle elezioni politiche del 2013, il voto medio di fiducia (0-10) alle istituzioni nazionali, locali e partiti, la presenza di progetti innovativi di sviluppo urbano (UIA, Urbact, Bando periferie, ecc.), l’attrattività urbana, l'utilizzo di strumenti di partecipazione e gestione dei beni comuni, la presenza di orti sociali, social street, empori solidali e di politiche per l’abitare collaborativo. Le realtà più avanzate sono Bologna, Milano e Torino.

Male Rieti nella dimensione “Energia” dove siamo all’80° posto. In questo indicatore rientra la produzione di energia da fonti rinnovabili in impianti di proprietà comunale e l'uso di tecnologie eco compatibili, la frequenza delle interruzioni accidentali del servizio elettrico e la presenza di reti sostenibili. L’Italia dell’efficienza energetica appare piuttosto compatta intorno a valori medi, per altro ancora molto lontani da quelli che dovremmo raggiungere nel 2030. Guidano Bologna, Verona e Vicenza.

Rieti è nella parte bassa della classifica, addirittura all’86° posto, per quanto riguarda “Cultura e Turismo”. Nel rating 2017 si prendono a riferimento gli ambiti strettamente legati ai flussi turistici e alla capacità di “attrazione culturale” delle aree urbane. 11 indicatori che tengono insieme le due medaglie dei settori dell’ospitalità made in Italy: tasso di turisticità, turismo non estivo, attrattività delle città, patrimonio culturale, ma anche spesa, imprenditorialità e occupazione specificatamente legate ai comparti della cultura. L’Italia che ne viene fuori è quella dominata dalla dimensione metropolitana, con Firenze, Milano e Venezia a guidare la classifica.

Non va meglio nella dimensione Crescita economia” dove Rieti si piazza all’88° posto. In questo indicatore rientra la produttività, il reddito imponibile pro capite, le imprese totali attive ogni 100 abitanti, le imprese con più di 250 addetti, il valore delle esportazioni per abitante, i pernottamenti di visitatori stranieri per motivi di lavoro, le imprese ad alta conoscenza, la presenza di fablab, di startup innovative e spazi di coworking e il credito alle imprese. Ai primi 3 posti della classifica Milano (che doppia la media nazionale in quasi tutti gli indicatori di questo ambito), Modena e Bergamo.

Bollino rosso per la Crescita digitale”, dove Rieti è al 102° posto su 106 capoluoghi presi in considerazione. In questo indicatore rientra la diffusione dell’home banking, la quota % di abitazioni raggiunte da banda larga a 30Mbps e 100 Mbps, la penetrazione della banda ultra larga, la velocità media delle connessioni Adsl, il numero di servizi SPID attivati, l'adesione a Pago PA, Fattura PA e CIE, la disponibilità di open data, la presenza della pubblica amministrazione sui social network, la disponibilità di servizi online e il numero di punti di accesso WiFi gratuiti.

“La Smart City del futuro deve essere anche sostenibile, ma i risultati del rapporto ICity Rate 2017 evidenziano complessivamente un ritardo del sistema urbano italiano nei confronti degli obiettivi di sostenibilità, che rischia di limitare l’attrattività e la vivibilità dei nostri centri urbani – rileva Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA –. I 106 comuni capoluogo analizzati raccontano un’Italia delle città senza una politica coordinata e un quadro di riferimento condiviso per rispondere a grandi sfide come cambiamento climatico, povertà, mobilità sostenibile, consumo di suolo e sicurezza. Serve un coordinamento di tutti i livelli di governo con al centro la dimensione urbana, perché nelle città si addensano i problemi sociali ed economici, ma si trovano anche le competenze e le risorse per risolverli”.

Qui è possibile scaricare la sintesi del report 2017 con la classifica generale.